Annalisa Ferraris
La natura è la mia ispirazione più grande, in essa trovo la bellezza che immagino trasportata nelle mie creazioni con le quali vesto ciò che il mi istinto mi invita a completare. Ogni cosa, ogni luogo, ogni persona con l'abito giusto può esprimere al meglio la propria essenza. Questa mia filosofia green (è anche il mio colore preferito) la trasporto anche nell'ambito delle nuove costruzioni dove cerco di combinare l'innovazione tecnologica con il rispetto dell'ambiente.
A volte mi diverto anche a sperimentare giochi di forme e colori con l'uso mirato della luce e lo posso fare soprattutto negli interni dove le persone che ci abitano rimangono sempre sorpresi e affascinati da come è stato tradotto un loro desiderio o come si sia data forma alla propria personalità.
Nata nel 1971 a Pavia, si è laureata al Politecnico di Milano alla facoltà di architettura nel 1997 con la specializzazione nel campo del design e dell'arredamento. Lavora da subito come architetto libero professionista da sola e in associazione nei settori della progettazione residenziale, dell'interior design, della ristrutturazione edilizia fino ad estendere il proprio interesse nel campo del verde. Nel periodo di permanenza a Torino tra il 2000 e il 2003 ha attuato collaborazioni in stage con il settore del Verde pubblico del Comune, con agronomi e flower designer, entrando parallelamente in contatto con la realtà artistica della città soprattutto nel settore della "fiber art". Progetta lottizzazioni residenziali per clienti privati, case indipendenti, interni per spazi di abitazione e ambiti commerciali. Una parte importante è dedicata anche dalla ristrutturazione edilizia di edifici storici sia con vocazione abitativa/terziaria che religiosa. Ha partecipato a bandi e concorsi di architettura tra cui "l'ampliamento del Cimitero di Carbonara al Ticino (PV)" e la riqualificazione della "Casa di Riposo di Sannazzaro de' Burgundi" (PV). Interessata al mondo dell'arte ha avuto modo di promuovere il dialogo con quello dell'architettura creando le premesse per eventi e mostre che li valorizzassero entrambi. Particolarmente riuscito l'evento "Carte dei fiori" all'interno dell'Orto Botanico di Pavia, "Design e Luce" nello Spazio delle Arti contemporanee del Broletto di Pavia, e numerosi eventi privati presso lo studio. Ultimamente a corollario dell'attività professionale si dedica alla ricerca di sempre nuovi tessuti recuperati nei numerosi viaggi, soprattutto in Francia, che possano esprimere il suo gusto e tradurlo nella realizzazione di complementi d'arredo e in abiti per i VASI con il suo progetto "POTPOT vestire i vasi."
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'ABITO'
Il concetto di abitare, secondo me
La casa è l'ambiente dove viviamo. Dove troviamo rifugio e calore dopo una giornata lavorativa.
E' il luogo del riparo, degli affetti, delle nostre abitudini e dei nostri pensieri.
La casa deve essere per ciascuno di noi come un abito, molto personale. E piu' che mura, pareti organizzate, luci e colori, griffe e mobili di pregio, la casa deve accoglierci per come siamo e per quello che vogliamo.
Abito, quindi, inteso come abitare. La distanza che c'è tra noi e la nostra casa ideale, viene interpretata e risolta dalla figura professionale dell'architetto.
Le capacità dell'architetto devono andare oltre al progetto e alla scelta della disposizione dei locali e degli arredi. L'architetto deve assurgere al ruolo di sarto. Capire chi siete e confezionarvi la casa su misura. Comoda, bella e funzionale alle vostre esigenze.
Se l'architetto, benchè creativo ed estroso, talentuoso ma accademico, non saprà capire chi siete, non saprà cogliere le vostre idee e non vi fornirà le giuste soluzioni per il vostro bisogno di abitare, cioè quello che da soli non riuscite a focalizzare, vi fornirà un abito che sarà presto scomodo. E che passerà di moda.